"Perlasca, il coraggio di dire no"
PREMIAZIONE ARTICOLO "IL RESTO DEL CARLINO"
Nell'ambito del progetto Giovani Reporter a Teatro in collaborazione con il Teatro Diego Fabbri in occasione del Giorno della Memoria gli studenti delle classi 5C e 5E hanno assistito presso il Teatro Il Piccolo di Forlì alla rappresentazione di Alessandro Albertin dal titolo "Perlasca". Gli articoli sono stati scritti per Il Resto del Carlino.
RECENSIONE
IL COINVOLGENTE MONOLOGO DI ALESSANDRO ALBERTIN IN “PERLASCA IL CORAGGIO DI DIRE NO”.
Come definito dalla leggenda ebraica dei Trentasei Giusti, ogni generazione viene a contatto con individui dalla cui condotta dipende il destino dell'umanità; a Gerusalemme, essi vengono ricordati in un giardino all'interno del quale per ogni persona nominata viene piantato un albero. Tra questi figura il nome di Giorgio Perlasca, protagonista dello spettacolo dal titolo “Perlasca. Il coraggio di dire no”, messo in scena nella serata del 31 gennaio, in perfetta coincidenza con la sua data di nascita, al Teatro “Il Piccolo” di Forlì.
Quando gli fu chiesta ragione delle sue azioni, lui umanamente rispose:
“Lei, che cosa avrebbe fatto al mio posto? Una di quelle domande pesanti in cui viene richiesta la complicità dell’interlocutore.” Eppure lui non ha avuto dubbi. Egli infatti non ha esitato a rischiare la propria vita nelle vesti di un falso funzionario dell’ambasciata spagnola per garantire la sopravvivenza a più di 5000 ebrei, offrendo loro riparo nei rifugi sotto la bandiera franchista nella capitale ungherese di Budapest. Nel 1944, in piena occupazione nazista, è riuscito ad evitare la loro deportazione fino all'arrivo dell'Armata Rossa. Finita la guerra è tornato in Italia dove ha condotto una vita normale, chiuso nella sua riservatezza, sino a quando una coppia di ebrei da lui salvati, nel 1988, lo ha rintracciato riportando alla luce la sua storia. Con grande maestria e versatilità nel ricoprire ogni ruolo, l'attore teatrale Alessandro Albertin, è riuscito ad incarnare Perlasca e tutti i personaggi che hanno ruotato intorno alla sua vita, facendoli interagire tra di loro in modo armonico e dinamico. Con i cambi di intonazione, accenti ed espressività gestuale egli ha permesso al numeroso pubblico in sala di entrare empaticamente in sintonia con i ruoli rappresentati e di immaginarsi all’interno della storia. Coinvolgente ed evocativa è stata la musica assieme anche all’utilizzo delle luci che variavano di intensità, colore e posizione nell' accompagnare il tono dei monologhi e per caratterizzare i personaggi in scena creando così una determinata atmosfera. Decisamente efficace la scelta della regista Michela Ottolini, di colpire il cuore dei presenti e di noi ragazzi del futuro, riproducendo l’audio della voce di un’intervista allo stesso Perlasca : “Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia umanamente per pensare oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e che sapessero opporsi eventualmente a violenze del genere.”
ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO
Giorgio Perlasca: il coraggio e l’umiltà del “giusto”
La Shoah è uno dei più grandi orrori della storia umana: durante la seconda guerra mondiale, milioni di persone quali ebrei, omosessuali, zingari, disabili e oppositori politici sono stati uccisi in maniera sistematica da parte del regime nazista. Alcune persone, che possiamo definire dei veri eroi, hanno aperto le proprie case per nascondere i perseguitati, hanno portato loro cibo e medicine e hanno prodotto falsi documenti per aiutarli a fuggire; tali storie di coraggio e generosità sono pertanto un esempio di come il sentimento di umanità possa brillare anche nei momenti più oscuri della storia. L’esempio di queste gesta è fonte d’ispirazione per noi e per le generazioni future, ci insegna che dobbiamo essere sempre vigili e impegnati a proteggere i diritti umani e a combattere l'intolleranza, la discriminazione e l'odio. Questo è il senso della “Giornata della memoria” e il messaggio che anche noi, assistendo a questo spettacolo, abbiamo condiviso e del quale vorremmo essere testimoni. La storia di Giorgio Perlasca è un esempio di come una sola persona in una situazione casuale possa cambiare la vita di molti, perché ha il coraggio e sceglie di volerlo fare, così anche noi ci siamo chiesti se saremmo stati in grado di opporci alle forze del male o se avremmo ceduto all’indifferenza. Perlasca non ha esitato ad orientare la sua scelta verso il bene, ma è anche stato umile quando, dopo essere ritornato alla propria vita normale, non ha ritenuto necessario vantarsi di ciò che aveva fatto.
LE CLASSI 5C e 5E DELL'ISTITUTO TECNICO AERONAUTICO F. BARACCA